NON CI SARÀ PAESAGGIO DOPO LA TRASFORMAZIONE – Parte 2 di 3 – La corsa all’Istmo di Tehuantepec

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La corsa all’Istmo di Tehuantepec

Sicurezza Nazionale, Ispirazione Nazionale e
America agli Americani.

“Viene abolito il modello neoliberista” recita un comunicato emesso dal capataz [Capo o sorvegliante di una squadra di operai; fattore, castaldo, capoccia. In questo caso utilizzato per riferirsi al presidente messicano] con data 17 marzo 2019. Rinasce, quindi, dalle sue ceneri il liberismo del diciannovesimo secolo, quello che si caratterizza da un miscuglio di idee e ideologie religiose insieme a quello che chiamano umanesimo. Un modello dove i nemici di ieri, oggi sono amici; dove i principali beneficiari del saccheggio sono gente onesta; dove i multimilionari del paese non hanno smesso di accrescere le loro ricchezze; bene, tutto uguale a ieri.

Questo è il nuovo panorama politico che minaccia Layú bee, c’è un detto che i difensori del capataz di palazzo difendono con cappa e spada – con o senza motivazioni fondate, questo non conta più in tempi di Trasformazione- “finalmente un governo si è voltato a guardare il sudest messicano”. E per questo ci domandiamo: “cosa sta succedendo nel sudest?”

Oltre alle promesse di sviluppo e progresso, opere, società cooperative con potenti uomini bianchi come Larrea e Hank, l’estrattivismo sostenibile e il saccheggio amichevole che il capataz balbetta tutte le mattine in televisione a livello nazionale. Per comprendere un po il mostro che ci sta per attaccare è utile ricordare le parole di Wodrow Wilson, riportate da Galeano nel 1970: “un paese -diceva- è posseduto e dominato dal capitale che in esso è stato investito”. Le rotte commerciali in lungo e in largo per il pianeta sono state una costante nella lunga storia dell’accumulazione capitalista, quelle rotte strategiche rendono conto della premessa di Wilson.

Basta sporgere la testa al di la dei nostri nasi per poterci rendere conto della nascita di Panama, una repubblica spinta in auge dall’espansione dell’imperialismo statunitense. Oppure potremmo spingerci più in la per visualizzare la scomparsa della fellah (comunità contadina) egizia con la costruzione del canale di Suez, ciò che portò l’Egitto ad affacciare la propria testa verso il mediterraneo e stringere il legame con il capitale europeo. Adesso vediamo l’Ucraina, come scenario in disputa tra l’imperialismo statunitense, russo e cinese che nella loro brama di dominio distruggono e modellano territori che gli sono estranei, al di sopra di tutto, e al di sopra di tutt*. Ogni espansione geopolitica si accompagna ad una considerevole presenza militare, che diventa un fattore necessario per il controllo economico e politico del capitale su di un determinato territorio, così lo possiamo notare anche noi, e allo stesso modo lo stanno vedendo le nostre sorelle e fratelli maya nella Penisola dello Yucatan.

I nostri territori non sono estranei a questa urgenza e a questa ristrutturazione geopolitica che, a livello internazionale, si sta giocando in questo momento nello scacchiere chiamato Ucraina e che prima era Panama, Suez, Malaca, Irak, Ormuz, e tente altre. E sappiamo che a questo punto si formulano le classiche domande e affermazioni: “Quale ristrutturazione?”, “quale presenza straniera?  sono pagati da Claudio X González, Slim è un onesto patriota, i 100mila desaparecidos sono un’invenzione dell’opposizione…”

Proseguiamo. In primo luogo, negli ultimi mesi Ken Salazar, l’inviato speciale dei finqueros del paese del nord, ha annunciato che gli Stati Uniti (USA) investiranno 250milioni di dollari negli stati strategici dove sono previsti il Corridoio Interoceanico e il Tran Maya, attraverso l’Agenzia degli Stati Uniti d’America per lo Sviluppo Internazionale (USAID), si, la stessa USAID che finanzia  “Messicani Contro la Corruzione e l’Impunità” e di cui tanto si è detto rispetto al fatto che muova i fili dell’ “opposizione”.

Secondo punto, dal 7 al 21 maggio si è svolta per la prima volta in territorio messicano – e sorprendentemente al sud- l’esercitazione militare “Tradewinds 2022” eseguita e patrocinata dal Comando Sud degli USA -gli stessi che si sono incaricati di imporre la Dottrina Monroe in lungo e in largo per il continente-. A questa hanno partecipato 1500 militari di 23 paesi, Tradewinds ha come fine quello di rafforzare la sua capacità di risposta nella regione e sviluppare nuovi procedimenti operativi standard, così come l’addestramento per la dissoluzione di proteste o rivolte urbane e di lotta contro le bombe molotov.

Terzo, negli ultimi mesi sono stati inviati e mobilitati un totale di 4362 elementi militari per fornire sicurezza al Corridoio Interoceanico dell’Istmo di Tehuantepec, questo dispiegamento iniziale si è dato dopo che la SEMAR [Secretaría de Marina] ha annunciato che l’insicurezza e il ritardo nel megaprogetto è dovuta alla presenza di gruppi del crimine organizzato e di gruppi di antagonisti -comunità indigene organizzate- perché chiaramente ai fini della “sicurezza nazionale”, popoli indigeni e gruppi narcos sono equiparabili tra loro.

Per ultimo la ciliegina sulla torta. Parla ancora il signore delle notizie importanti, non quello della mattina, ma quello delle notizie che arrivano da fuori, le notizie che importano davvero ai finqueros, Ken Salazar, ha annunciato da poco più di 10 giorni che la soluzione alla questione migratoria -conseguenza del modo di produzione dominante- è trasferire implicitamente la frontiera nord del Messico verso la parte bassa del paese, proprio nell’istmo di Tehuantepec. Perché chiaramente, è più facile controllare militar, politica e economicamente una frontiera di 80 miglia piuttosto che una di 2000 miglia.

E così la USAID, il Comando Sud e la SEMAR danno atto della loro presenza in questa corsa alle regioni del sud del paese, mentre notiamo con la calma più totale che gli USA per mezzodel loro portavoce ufficiale, entrano e escono dal Palacio Nacional, per annunciare e imporre le regole del gioco, senza la necessità di camminare giorni e chilometri e senza dover bussare alle porte dei palazzi del potere come hanno fatto recentemente i nostri fratelli wixarikas, o hanno fatto i popoli sfollati da gruppi paramilitari, o gli studenti ed i maestri vittime di repressione, o le famiglie in cerca dei propri cari desaparecidos. E quindi, il capataz, il portavoce e i finqueros si imbarcano insieme in una avventura per ottenere e consegnare “sicurezza” (militare) e “stabilità” (economica) a questa regione strategica, così travagliata, così ribelle, e così indomabile.

Da “la Sección 22 [Sezione dello stato di Oaxaca del CNTE Coordinadora Nacional Trabajadores de la Educacion] è il peggior male sociale di Oaxaca” all’ Operazione Agav Azul:

Adesso siamo tutti lottatori sociali

La democrazia rappresentativa è tornata nelle strade e nelle comunità, con la sua spazzatura e il suo circo elettorale. Cosa sarebbe la democrazia rappresentativa senza i pagliacci che conducono il circo di questa stagione elettorale? Per primi ci sono quelli che riempiono spazi, quelli che ci fanno credere che ci sia un confronto duro e difficile per il tuo benessere, poi ci sono gli altri che si contendono punti “popolarità”, quelli che ti fanno credere che la disputa elettorale sia qualcosa di serio. Ma è chiaro che il tuo voto conta! È chiaro che sei parte del cambiamento!

Senza nessuna differenza, è chiaro che il candidato che vinca il posto di governo per lo stato di Oaxaca sia allineato con la politica di saccheggio/Trasformazione che privilegia gli interessi privati delle imprese nazionali, internazionali e del crimine organizzato.

È anche chiaro che vincerà colui che in questa corsa al potere avrà le alleanze migliori, e già si mormora chi sarà questo candidato. Oggi sembra che il decreto che mise fine al neoliberismo abbia messo fine anche alla memoria storica di lotta del popolo di Oaxaca, e per questo i criminali di ieri oggi si presentano benedetti e nelle vesti di lottatori sociali, che dicono di aver camminato sempre al fianco del popolo.

Il terrore e l’impunità sono dietro l’angolo, hanno nome e partiti, e dicono che ciò che non si nomina non esiste. Come piattaforma c’è MoReNa, come motto “ya viene la transformación a Oaxaca”: come attori una lista di stellari:

Salomón Jara Cruz, nemico dichiarato dei maestri di Oaxaca e che grazie alla sua arte magica -in un circo ci sono anche i maghi- ha fatto scomparire mille milioni di pesos della SEDAPA [Secretaría de Desarrollo Agropecuario, Pesca y Acuacultura]; Beatriz Rodríguez Casanovas, ex ministra del turismo e Jorge Franco Vargas, ex segretario generale del governo, entrambi ai tempi di URO e responsabili entrambe di desaparecidos, assassinii e delle carovane della morte nel 2006; all’accusato di desaparicion forzata e porto di armi di uso esclusivo dell’Esercito assassinato durante una festa di dicembre -con rivendicazione per mezzo di narcomessaggio- a Jalapa de Díaz nel 2019 quando operava come edile, Arturo García Velázquez, sollevando dalla sua carica sua moglie Fernanda Barbosa Sosa; Lizbeth Victoria Huerta, che anche ha saputo far scomparire durante il suo incarico, come presidentessa di Nochixtlán, 8 milioni 795 mila 285 di pesos oltre all’attivista Claudia Uruchurtu.

Inoltre abbiamo i giocolieri. “Nino” – così lo chiamano-, leader dei presidenti municipali emanati da Morena nell’istmo di Tehuantepec e principale operatore finanziario di Salomón Jara Cruz, da almeno sei anni: Antonino Morales Toledo è stato indagato dall’Unità di Investigazione Finanziaria come parte di un’indagine internazionale chiamata “Agave Azul”, che ha portato alla luce un’immensa rete di lavaggio di denaro sporco. Antonio come leader statale dell’organizzazione FUCO, e a seguito delle indagini dell’operazione “Agave Azul” per i suoi legami con il crimine organizzato, creò la Fundación Antonino Morales Toledo A.C., e oggi è un pezzo chiave nella campagna elettorale di Salomón Jara come candidato al governo di Oaxaca.

Nel mezzo della pista ci sono gli acrobati, ieri ciriminali e oggi angeli della democrazia e della giustizia. In questa corsa di pagliacci verso la conquista del potere, non importa che in questi cinque mesi 50 donne siano state vittime di femminicidio nello stato, essendo l’istmo la regione più violenta per le donne. È indifferente che in questa stessa regione siano stati assassinati un totale di 96 persone (secondo i dati ufficiali); o che decine di giornalisti vengano assassinati nel compiere il loro lavoro, uno di questi ucciso a Salina Cruz.

È irrilevante che il paese conti oltre centomila persone desaparecidas, cifra che supera quelle registrate in dittatura nell’ Emisfero Sud. Niente di questo importa, perché dall’inaugurazione della 4^ Trasofrmazione, gli unici ad essere attaccati, criminalizzati, perseguitati, segnalati e minacciati, sono questi nuovi lottatori sociali. Tutti gli altri dati sono legende del modello neoliberista, l’unica storia che importa è quella raccontata in questo circo, una disputa tra pagliacci che si uniscono a un partito qualsiasi, mentre tutto il resto è un’invenzione dei non lottatori sociali.

La spartizione di Layú Nabe

In questa regione stretta modellata dall’acqua e dal vento, si pretende imporre l’installazione di una grande infrastruttura costituita da: 300 km di linee su binari, che divideranno Layú Nabe in due. A questa tratta si uniranno due linee ferroviarie in più per una lunghezza di 328 e 459 km; un gasdotto che correrà da Tuxpan a Salina Cruz, dove già si sono stanziate le aziende nordamericane Mirage Energy e Northern Hemisphere Logistics; 10 cluster industriali a cui se ne sommerebbero approssimativamente altri 18; l’ampliamento dei porti di Salina Cruz e Coatzacoalcos; oltre ai parchi eolici e alle concessioni minerarie già presenti nella regione.

I primi che arrivarono a questo rimodellamento sono coloro che si stanno incaricando di modernizzare la via ferroviaria che parte da Salina Cruz fino a Coatzacoalcos: il Grupo Azvi dalla Spagna, alleato storico della famigli Salinas de Gortari; il Grupo Industrial Hermes proprietà di Carlos Hank Rhon, alleato strategico di Oderbrecht; il consorzio REFFOMAZ che ha come principale socio il Grupo México propietà di German Larrea; il Grupo SACMAG che ha come principali clienti l’Industria Peñoles, Nestlé y FEMSA; COMSA corporazione spagnola e Construcción y Maquinaria SEF che ha come principale cliente il Gruppo Mexico. Ma sappiamo, e già abbiamo sentito che “loro modernizzeranno solamente le linee e se ne andranno, poi le utilizzeremo noi abitanti”, certamente, perché German Larrea è un essere onesto.

Adesso nella tappa finale di questa corsa, si sono aggiunti lo scorso 22 Aprile di quest’anno a San Juan de Ulua, Veracruz, il capataz di palazzo con l’inviato speciale del Paese del Nord, Ken Salazar, come interlocutore dei finqueros che sono interessati nel partecipare alla spartizione della regione dell’Istmo di Tehuantepec. A questo incontro hanno partecipato 22 aziende multinazionali interessate a convertire l’Istmo in una rotta di transito. Li c’erano: gli accusati di sfruttamento del lavoro e di opporsi alla sindacalizzazione come Accenture Ltd. & General Motors; gli interessati alla produzione di energia eolica come Applied Energy Services (AES Corporation) & EDP Renewables; Applied Energy Services (AES Corporation) & EDP Renewables; i magnati dell’agroindustria, della bioindustria e dell’industria farmaceutica, CARGILL; anche gli interessati all’estrazione di acqua, Constellation Brands; l’industria di automotrici con la presenza di -oltre a quanto già detto- Daimler Truck North America LLC & Navistar (Volkswagen Group). Erano presenti anche gli interessati al trasporto e alla produzione di gas e all’industria chimica come Pacific Limited, Sempra Infraestructure & TC Energy, oltre a Kansas City Southern, AECOM, INDEX, AT&T, INVENERGY, CUMMINS, FEDEX, Progress Rail, Rassini, UPS &VISTEON.

“Quando si parla di modello neoliberista, sono arrivato a sostenere che se il modello neoliberista si applicasse senza corruzione non sarebbe così malvagio. Il fatto è che si potrebbe trattare del modello economico perfetto” si è potuto ascoltare in una sessione mattutina dalla voce del capataz. 3 anni dopo aver decretato l’estinzione del modello Neoliberista, si è deciso che anche questo sistema economico e politico deve essere benedetto… Si chiude il sipario, e termina lo spettacolo.

Alla fine, tutti vengono per un pezzo di Layú Nabe, lo sappiamo, ma L’ISTMO è NOSTRO, non importa quanto lo desiderino.

Da Layú Nabe:

Asamblea de Pueblos Indígenas del Istmo en Defensa de la Tierra y el Territorio – APIIDTT

Link al comunicato originale:

NO HABRÁ PAISAJE DESPUÉS DE LA TRANSFORMACIÓN: La carrera por el Istmo de Tehuantepec

Traduzione collettivo Nodo Solidale