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Una sala operatoria nella Selva Lacandona

È iniziata domenica 17 novembre la campagna europea “Un Quirófano en La Selva Lacandona (Una Sala Operatoria nella Selva Lacandona”).

Di che cosa si tratta è presto detto: una campagna di solidarietà e appoggio al Sistema di Salute Autonomo zapatista, nata in seguito ad un post scriptum del Capitán Marcos contenuto nel comunicato “Una idea genial” del passato agosto https://enlacezapatista.ezln.org.mx/2024/08/21/una-idea-genial/

nel quale ironicamente segnalava: “Abbiamo bisogno di attrezzare diverse sale operatorie. Ci sono i “macellai” (N.d.T.: chirurghi) fraterni, ci sono i candidati per l’intervento chirurgico, ci sono i luoghi per costruirle, ci sono i giovani e le giovani disposte a imparare. Manca solo l’attrezzatura. E la formazione per il suo uso e manutenzione, naturalmente.”

La campagna è stata lanciata dalla rete europea EuropaZapatista, di cui facciamo parte anche noi del Nodo Solidale. Le date scelte non sono casuali: quella di lancio, il 17 novembre, è quella in cui nel lontano 1983 nacque l’EZLN, mentre quella di chiusura, il 10 aprile, è quella in cui morì Emiliano Zapata, in un ideale abbraccio e continuità tra zapatismo chiapaneco e quello storico.

Durante i 40 anni di esistenza dell’EZLN, e i 30 dal primo gennaio del 1994 quando migliaia di indigeni maya dello stato del Chiapas, nel sud est messicano, si sollevarono in armi al grido di “Ya basta!” nei confronti dello Stato, l’esercito zapatista e la capacità organizzativa delle sue basi di appoggio hanno sempre puntato al benessere delle proprie comunità. Come scrivevamo nell’introduzione al testo “Autodifesa Medica – Pantere Nere e EZLN” Ed. Kairos:

“…Ad oggi gli zapatisti e le zapatiste hanno costruito un sistema autonomo di cura che si avvale di sale operatorie, ambulanze per le emergenze, case di salute sparse nelle comunità, campagne di prevenzione e vaccinazione, laboratori di analisi. Inoltre con un sistema di formazione, approfondendo temi come la salute pubblica, primo soccorso, fitoterapia e medicina ancestrale educano promotori e promotrici di salute che si prendono cura della comunità…”

In piena tormenta del narco-stato e della repressione dei narco-paramilitari, gli e le zapatiste hanno deciso di fare un passo avanti nella costruzione e nella pratica dell’autonomia nella salute. Questo è quello che vogliamo appoggiare con questa campagna.

“Perché se la lotta è per la vita, non può che essere una lotta per la salute”

 

Una sala operatoria nella Selva Lacandona – Campagna di solidarietà con la salute autonoma zapatista
17 Novembre 2024– 10 Aprile 2025

“Non puoi pensare alla salute senza pensare al fiume”
“Non puoi pensare alla salute senza pensare alla Madre Terra. Se lei non è sana, non c’è salute. Dunque, abbiamo iniziato da qui, dalla cura della Madre Terra, togliendole il dolore, le ferite, la stanchezza e la malattia che le hanno imposto alcuni nel suo corpo con la chimica, con i fertilizzanti, violentandola per avere più profitti. Bene… questo la chiamiamo “prevenzione”. E questa è la salute, e non solo la cura con le pasticche e le medicine…”
(dal dialogo con un compagno promotore di salute nel 2008 nel Caracol di Oventik)

 

Cos’è la Campagna “Una sala operatoria nella Selva Lacandona”?
La Rete EuropaZapatista, composta da organizzazioni, collettivi e gruppi di vari territori europei, che appoggiano e solidarizzano con le comunità autonome e in ribellione zapatiste del Chiapas nel sud-est del territorio chiamato Messico, ha lanciato questa campagna con tre obiettivi:
–  Ottenere l’attrezzatura necessaria per le sale operatorie nelle cliniche e negli ospedali zapatisti.
– Diffondere la lotta zapatista per una salute integrale per i popoli indigeni del Chiapas.
– Far conoscere nelle nostre comunità le realtà, le difficoltà e i successi dei popoli zapatisti nella costruzione di un sistema sanitario autonomo, indipendente dai governi, dai loro fondi e dalle loro politiche.

Perché in Chiapas?
Il 1º gennaio 1994, i popoli indigeni del sud-est messicano si sollevarono contro secoli di repressione, razzismo e violenza esercitati su di essi dai vari governi del Paese. Da allora, i diversi governi che si sono succeduti ogni sei anni hanno condotto nella regione una guerra implacabile di logoramento, detta impropriamente “a bassa intensità”, tentando di far arrendere i ribelli. Contro di loro non vi sono stati solo i vari livelli di governo (federale, statale e municipale), ma anche l’esercito federale, le numerose bande paramilitari e di narcotrafficanti, i grandi proprietari terrieri e le multinazionali che cercano di appropriarsi delle ricchezze naturali del Chiapas, uno degli stati più ricchi del Messico.

Questa situazione non appartiene al passato. Ancora oggi la guerra non è cessata. I megaprogetti imposti nelle terre indigene dal precedente presidente López Obrador, che trovano continuità nell’attuale governo di Claudia Sheinbaum, e soprattutto il megaprogetto “Sembrando Vida”, hanno portato il Chiapas sull’orlo di una guerra civile. Organizzazioni vicine al governo da un lato, e gruppi legati al narcotraffico dall’altro, cercano di sottrarre e di appropriarsi delle terre recuperate dai ribelli nel 1994, terre oggi coltivate collettivamente. Ciò ha provocato conflitti molto gravi, come ad esempio le costanti intimidazioni e attacchi alle comunità di Moisés Gandhi e di Seis de Octubre.

Di fronte a tutto questo le comunità zapatiste in ribellione lottano da oltre 30 anni per costruire la loro vita quotidiana secondo i loro principi e valori, rispettando la natura, la Madre Terra, la vita e l’essere umano. Contro la guerra stanno costruendo una cultura di resistenza alla barbarie capitalista. Contro la guerra costruiscono quotidianamente il loro sistema di produzione, di coltivazione e distribuzione dei prodotti, di istruzione e di salute.

Perché nella Selva Lacandona e non altrove?
La Rete EuropaZapatista non è un’associazione umanitaria. Non aiuta i poveri – indigeni o non indigeni – con gli avanzi dei ricchi in cambio di una sorta di espiazione delle proprie colpe. Non è un gruppo culturale che cerca di preservare le tradizioni indigene mentre questi ultimi cercano solo di sopravvivere.
La Rete EuropaZapatista si solidarizza e sostiene i popoli ribelli zapatisti del Chiapas perché questi si sono alzati in lotta.
Perché hanno gridato “¡Ya basta!” alla miseria, all’umiliazione e alla repressione.

Perché cercano di realizzare la loro visione collettiva “qui e ora”.
Perché hanno il coraggio di avere speranza e sanno ascoltare il silenzio mentre resistono e costruiscono.
Perché hanno la forza di aspettare senza cedere, di imparare dai loro errori, di mettere in discussione anche le loro tradizioni pur desiderando di conservare la loro memoria collettiva.
Di più. Perché i popoli originari in ribellione delle montagne del sud-est messicano ci hanno insegnato cosa significa dignità: lottare per la vita. Ci hanno ispirato e continuano a ispirarci a costruire, anche qui nelle nostre terre, un “noi”.
Chiamiamo questa forma di azione, questo sostegno reciproco: politica della solidarietà praticata.

Questa è la nostra risposta, come Rete EuropaZapatista, alla domanda: “Perché nella Selva Lacandona?”

La Salute Autonoma Zapatista
All’epoca dell’insurrezione armata zapatista del 1994, la morte e la povertà colpivano duramente l’infanzia nelle comunità indigene del Chiapas. Le cosiddette “malattie della povertà” come infezioni intestinali, respiratorie ed epidemiche, malnutrizione infantile, febbre e diarrea, abbondavano tra i bambini e le bambine. Sebbene si trattasse di malattie perfettamente curabili, un alto numero di morti avvenivano per mancanza di cure mediche e farmaci, rendendo l’aspettativa di vita alla nascita tra le più basse del Paese. All’epoca non si aveva una chiara idea del numero delle nascite e dei decessi dei bambini e delle bambine poiché le istituzioni governative basavano le statistiche sui certificati di nascita e di morte, documenti ufficiali inesistenti per la popolazione indigena della maggior parte dei municipi, considerati ad alta e altissima marginalità.

Il caso di Paticha, una bambina indigena di meno di 5 anni, è emblematico. Raccontava il Sup Marcos:

“..Quella notte, il compagno Samuel venne a cercarmi, sua figlia stava molto male. Andammo a casa loro e lei aveva la febbre. Non avevamo nemmeno un termometro per capire quanto fosse alta, né sapevamo cosa avesse. L’unica cosa che potemmo fare fu immergerla nel fiume, così com’era con tutti i vestiti, per abbassarle la temperatura. E quando tornammo dal fiume, i vestiti si erano già asciugati per quanto la febbre era alta. Morì poche ore dopo… tra le mie braccia, per dirlo in modo crudo, no? Come Paticha c’era tutta una generazione di bambini e bambine sotto i cinque anni che venivano persi lungo il cammino. E per malattie assurde, curabili con poco.”
Nella Granja, Colonia G. Tepeyac, Puebla. 15 de febrero de 2006

Ed è per questo che decisero di sollevarsi in armi, per costruire una vita per i loro bambini e bambine, per i loro anziani e anziane, per le loro donne e i loro uomini basi di appoggio zapatista, e per costruire una salute, un’educazione e una vita dignitosa per tutti e per tutte.
In questi trent’anni sono riusciti a creare un sistema di salute autonomo gestito dai promotori e dalle promotrici della salute che, ponendo particolare attenzione alla prevenzione, ha costruito farmacie, dispensari e cliniche nelle comunità, anche nelle più remote, e cliniche più grandi che permettono anche il ricovero a livello regionale. Esempi di queste cliniche sono “La Guadalupana” a Oventik e la “Clínica de la Mujer, Comandanta Ramona” a La Garrucha, dove è possibile effettuare analisi e studi clinici e offrire servizi di oftalmologia e odontoiatria. In queste cliniche, i pazienti, siano essi
zapatisti o no, vengono trattati senza differenza, con una sapiente combinazione di conoscenze tradizionali e medicina moderna allopatica. Oggi, la mortalità infantile e quella materna al momento del parto appartengono al passato.

 

Un passo avanti
Ora, i compas e le compas hanno deciso di fare un passo avanti nella pratica dell’autonomia nella salute:

“Abbiamo bisogno di attrezzare diverse sale operatorie. Ci sono i “macellai” (N.d.T.: chirurghi) fraterni, ci sono i candidati per l’intervento chirurgico, ci sono i luoghi per costruirle, ci sono i giovani e le giovani disposte a imparare. Manca solo l’attrezzatura. E la formazione per il suo uso e manutenzione, naturalmente.”
Postdata del comunicado “Una Idea Genial”. Agosto del 2024
https://enlacezapatista.ezln.org.mx/2024/08/21/una-idea-genial/

E questo è quello che vogliamo appoggiare.

Come partecipare alla Campagna “Una sala operatoria nella Selva Lacandona”

– Organizzando eventi e presentazioni pubbliche sulla Campagna

– Informando di questo progetto persone e collettivi che potrebbero essere interessati a partecipare

– Diffondendo gli eventi e le attività della Rete EuropaZapatista

– Contattando direttamente la Rete EuropaZapatista all’indirizzo email: eurozapweb@riseup.net

Potete anche scriverci per qualsiasi domanda, proposta o idea.