Ringraziamo Recommon per la concessione della fotografia

Samir ucciso dall’estrattivismo – Gli interessi italiani nel Proyecto Integral Morelos e l’uccisione di Samir Flores

[Ringraziamo Recommon per la foto di copertina]

Il 20 febbraio è una data fondamentale nelle agende dei movimenti messicani che lottano per la vita, in questo giorno di 6 anni fa, Samir Flores Soberanes venne brutalmente assassinato sulla porta di casa sua. Samir era un contadino, un fabbro, un insegnante, uno zapatista e una voce della radio comunitaria di Amilcingo.

La sua voce ha animato la lotta contro il Proyecto Integral Morelos (PIM). Un megaprogetto molto esteso, che sta portando alti consumi energetici, in inquinamento e consumo di acqua senza precedenti. L’opera è composta da un gasdotto, una centrale a gas e una serie di parchi industriali che stravolgeranno le radici contadine dell’area, nello stato del Morelos. Il progetto al momento non ha dato molti risultati in termini di occupazione, come promesso, in compenso, con l’estrattivismo ha portato morte e disgregazione sociale.

Il PIM è un vecchio progetto turbocapitalista che ha attraversato varie legislature, ma con Andrés Manuel López Obrador ha ricevuto la spinta decisiva. Il fondatore di MORENA infatti aveva definito il PIM, al pari del Tren Maya, del Tren Transistmico e della raffineria di Dos Bocas, come l’opera strategica del suo governo. L’operato del presidente è stato particolarmente accurato e puntuale, sono stati portati avanti finti processi partecipativi, continui attacchi alle organizzazioni che si opponevano e, ovviamente, nessuna verità e nessuna giustizia per l’assassinio di Samir.

Il progetto è stato promosso dalle imprese spagnole Abengoa, Elecnor ed Enagas e proprio da Bonatti, responsabile dei “rapporti con le comunità” e incaricata della costruzione del gasdotto Morelos (https://www.recommon.org/messico-il-nuovo-rapporto-sulla-multinazionale-italiana-bonatti/).

Ancor prima ci fu la criminalizzazione della protesta: il 25 agosto 2017, il primo tribunale distrettuale di Tlaxcala, in Messico, confermò i mandati di arresto emessi il 6 maggio 2014 per i difensori dei diritti umani Juan Carlos Flores Solis, Adela Villalba Ramos, Eusebio Aguilar Torres e Alejandro Torres Chocolatl per aver presumibilmente commesso i reati di “privazione illegale della libertà con violenza aggravata contro un funzionario pubblico” e “appartenenza a una banda”(organizzazione a delinquere, ndr). Accuse successivamente smontate.

In seguito all’omicidio di Samir nell’aprile 2019 anche CFE (Commissione Federale di Elettricità) denunciò per danni morali tre componenti del Frente de Pueblos en Defensa del Agua y de la Tierra de Morelos, Puebla y Tlaxcala – FPDATMPT, per Jaime Domínguez, Teresa Castellanos e Juan Carlos Flores furono chiesti 69 mila pesos per aver danneggiato il morale dei lavoratori della stessa compagnia a controllo pubblico. Per fortuna e, forse, per decenza, nell’agosto dello stesso anno le accuse vennero ritirate.

[Immagine realizzata dal Nodo solidale in collaborazione con Abajo per il primo anniversario dell’assassinio di Samir Flores Soberanes]

Ma torniamo all’Italia e torniamo al ruolo di Bonatti nel contesto estrattivo globale, la troviamo sempre in seconda fila rispetto ai proponenti dei progetti, ma sempre in prima fila nel “rapporto con le comunità”. Per chi ha vissuto gli anni del lancio del progetto TAP e la resistenza che il Salento ha portato avanti contro questo gasdotto, non avrà sentito facilmente parlare di Bonatti. Il motivo è che la multinazionale si occupò maggiormente della parte greca del gasdotto, anche in quel caso sembra abbia “gestito” i rapporti con le comunità contadine greche. La Grecia per Bonatti è stata anche importante per aver garantito un’alleanza strategica molto rilevante con Avax, che è una delle due maggiori imprese di costruzioni in Grecia, che da sempre intrattiene molte relazioni più o meno trasparenti con la classe politica ellenica. Da questo connubio nacque il TAP e anche una joint-venture fra le due aziende BONATTI J&P AVAX S.R.L. anch’essa registrata in Emilia e di proprietà al 55% di Bonatti e al 45% da Avax con dentro i dirigenti di entrambe le società per dimostrare la solidità del rapporto.

Tornando alla società Bonatti Spa, sembra una società in salute con buon guadagni, perché l’estrattivismo paga sempre! La società conta il supporto della maggior banche europee e italiane questo le sta permettendo di far fronte ai vari intoppi del mondo dell’estrattivismo tra le quali BNP Paribas, HBSC, Intesa Sanpaolo, Unicredit e MPS.

Ma andando dietro la facciata si trovano società molto ambigue che “coprono” le eventuali situazioni debitorie del gruppo infatti Bonatti Spa è di proprietà di tre società: IBH S.P.A., società di maggioranza registrata a Chieti (e con capitale sociale 50 mila euro), che nel 2024 segna un debito di 244.188 euro, PARMALAT S.P.A. che ricordiamo come protagonista dell’estrattivismo in America Latina oltre che di uno dei più grandi fallimenti della storia italiana e GHIRELLI INVESTIMENTI S.R.L..

Crediamo che a distanza di anni, occorra far luce su questi oscuri attori dell’estrattivismo italiano che direttamente o indirettamente sono complici del colonialismo energetico, con modalità che mettono sempre a rischio i difensori della madre terra in ogni lato del globo. Sono attori disposti a tutto criminalizzando la protesta in complicità con gli Stati e altre multinazionali. Sostituire le comunità in resistenza con devastazione, grandi opere e il vecchio eterno colonialismo è la ricetta che ha condannato Samir Flores e migliaia di comp@s di altri semi che dovranno germogliare per la costruzione di mondi nuovi nei quali finalmente la vita trionfi sugli interessi di morte che dall’alto vengono seminati.

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