Racconto dalla “Carovana per l’Acqua e per la Vita: popoli uniti contro il saccheggio capitalista”

INTRODUZIONE

Sono ormai passati più di 3 anni da quando il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador (AMLO) ed il suo partito Morena promettevano di porre fine al neoliberismo. In particolare a Huexca e in generale nello stato di Morelos, punti nevralgici del PIM (Proyecto Integral Morelos), diceva che “solo un pazzo potrebbe mettere un gasdotto ed una termoelettrica nella terra di Zapata”. Oggi invece, nella Quarta Trasformazione progressista, i cavalli di battaglia della sua legislazione sono proprio le grandi opere, in particolare il PIM, oltre che il Tren Maya ed il Corridoio inter oceanico.
Accanto allo stato di Morelos c’è quello di Puebla, anch’esso interessato dal PIM e preda degli investitori internazionali, che in pochi anni ha visto un’industrializzazione a tempi serrati, nella
fattispecie nella zona di Cholula, pueblo magico limitrofo a Puebla. Oltre ad un enorme impianto della Volkswagen che utilizza 45000 litri d’acqua per ogni automobile, delle quali produce una ogni 2
minuti, in questa zona negli ultimi anni sono stati costruiti un aeroporto, un paio di zone industriali, un impianto imbottigliatore d’acqua della Bonafont proprietà di Danone.
Il territorio, fino a pochi anni fa ricco d’acqua, in poco tempo si è ritrovato con i pozzi asciutti, senza la possibilità di coltivare la terra (anche perché queste grandi opere sono favorite attraverso l’esproprio degli ejidos, terre di proprietà comunitarie), allevare animali; nelle case l’acqua arriva solo qualche ora a settimana, in cui celermente si devono riempire delle botti per resistere; inoltre, è importante menzionare che si sono aperti due buchi enormi nella terra per il prosciugamento delle falde sottostanti.
Nel frattempo, con questo processo si producono milioni e milioni di pesos, di cui la stragrande maggioranza va a finire nelle tasche di imprenditori stranieri e politici locali.
In questo contesto l’8 Agosto 2021, in occasione dell’anniversario della nascita di Emiliano Zapata, un coordinamento di abitanti della zona decide di occupare l’impianto della Bonafont. L’impianto viene
trasformato nella casa dei popoli “Altepelmecalli” e diventa per mesi un centro di organizzazione e resistenza. Incontri, dibattiti e cultura riempiono lo spazio fermando il saccheggio d’acqua. In questi mesi i pozzi della regione iniziano a riempirsi un pochino, i contadini riescono a non perdere anche questo raccolto, spesso unica fonte di sussistenza familiare. Finché i militari, all’alba del 15 Febbraio 2022 entrano con la forza e riconsegnano lo stabile alla impresa Bonafont. D’altro canto, il governo lo dice continuamente: è finito il tempo del neoliberismo, non comandano le aziende, ora si governa per la
gente. Si potrebbe sorridere se non fosse così tragico, resta evidente che il progressismo di AMLO si colloca in piena continuità con il neoliberismo mondiale, perfezionandosi nella subdola forma di accettazione passiva. C’è però chi ancora resiste.
Dopo questo sgombero, il coordinamento Pueblos Unidos rilancia la lotta e la resistenza con una carovana di un mese in cui va ad incontrare e conoscere altri popoli in lotta contro il saccheggio delle
risorse naturali, soprattutto dell’acqua e quindi della vita.

LA CAROVANA

(link al Comunicato di Lancio)

Inizia il 22 di Marzo di fronte alla casa dei popoli “Altepelmecalli” tra cori contro il capitalismo, bandiere dell’EZLN, striscioni del Congreso Nacional Indigena (CNI). Pronta a ricorrere il
Paese tracciando alleanze, costruendo ponti, tra chi si oppone a questo “sviluppo” che lascia la classe subalterna sempre più povera e quella dominante sempre più ricca e distrugge l’unico pianeta che
abbiamo. Oltre a popoli, indigeni e non, di Veracruz, Puebla, Guerrero, ricorre anche le città incontrando movimenti, occupazioni, sindacati, student* in lotta. Anche nell’enorme UNAM,
l’università più grande, a Città del Messico, avviene un bellissimo incontro.
Una 70ina di compagn*, tra i e le militanti di Pueblos Unidos e solidali nazionali ed internazionali si spostano in autobus, attraversando i luoghi delle diverse lotte, spesso anche sotto minacce ed intimidazioni della polizia e del narco. D’altro canto il neoliberismo e la violenza narcocapitalista sono solo un ricordo del passato, direbbe il caro presidente AMLO.

L’ARRIVO AD AMILCINGO

Questa è la tappa della carovana su cui vorremmo soffermarci un po’ di più. Perché le lotte sono molto vicine, perché vogliamo ricordare ancora una volta Samir Flores Soberanes, assassinato a causa della sua lotta contro il PIM: lo diciamo forte e chiaro, perché riteniamo che una forma di fare internazionalismo sia colpire in casa nostra, fare i nomi di chi dall’Europa è attore di questo saccheggio e di queste violenze contro i popoli ; in questo caso vogliamo dichiarare ancora una volta la responsabilità intellettuale dell’omicidio di Samir Flores dell’azienda italiana Bonatti.
Amilcingo è un paesino, piccolo ma ricco di lotta, da qui vari si unirono all’insurrezione di Zapata ad inizio secolo, altr* negli anni 70 nel Partito dei Poveri di Lucio Cabanas, qui molti e molte hanno
partecipato attivamente alla Marcha del Color della Tierra, quando l’EZLN ha solcato le terre dello zapatismo storico, recuperando la memoria militante di queste terre; ed altr* negli ultimi anni si sono
organizzat* contro il PIM. Uno di quei paesi che al dominio coloniale e capitalista non ha mai chinato la testa, uno dei pochi senza una Chiesa.
Qui Samir aveva fondato con le sue compagne ed i suoi compagni una radio comunitaria (Amiltzinko 100.7) attraverso la quale la comunità si organizza, si costruiscono iniziative collettive, si fa
informazione sulla lotta contro il saccheggio delle grandi aziende, contro questo gasdotto che vogliono far passare anche sotto le falde del vulcano attivo Popocatepetl. Qui a Samir l’hanno ucciso
barbaramente per fermare la lotta popolare.
Il PIM consiste in due centrali termoelettriche a Huexca, un gasdotto di 160 km che attraversa comunità contadine di Tlaxcala, Puebla, Morelos, una linea elettrica di 20 km alla substazione di Yautepec, un acquedotto che trasporta 50 milioni di litri al giorno da Ayala a Huexca, l’ampliamento di 2 autostrade, la riabilitazione di una linea ferroviaria abbandonata per collegarlo con il corridoio interoceanico
trans-istmico, la creazione di quartieri dormitorio e l’ampliamento di due corridoi industriali. Le aziende coinvolte sono le spagnole ABENGOA, ELECNOR e ANAGAS oltre all’italiana BONATTI.
Macchine, ferro, morte, produrre, produrre, questo è il loro progresso, questo quello che vogliono imporre con la forza. Samir lo diceva chiaramente, che se per loro il progresso è rubare acqua e terra in cambio di offerte di lavoro sottopagate, la resistenza rimane l’unica strada da percorrere.
Come in tutte le guerre, anche in questa contro la vita, non ci sono regole: non solo la violenza evidente, ma si usano anche altre strategie per attaccare la resistenza, ad esempio con droga, alcool, minacce, assassini, bombardamento mediatico, criminalizzazione. Solo pochi giorni fa, il 5 Aprile, sono entrati di notte nella casa di Miryam Vargas Teutle e Juan Carlos Flores Solís, militanti del Frente de Pueblos en Defensa de Tierra y Agua Morelos, Puebl, Tlaxcala (FDPTA-MPT), sottraendo dalle case computer e schermo e minacciando apertamente i compagni lasciando sul loro
letto un coltello ed una pala.
Nonostante tutto questo, Amilcingo continua in lotta, così come Huexca, organizzati nel FDPTA-MPT.
La carovana arriva prima a Huexca dove in corteo con gli abitanti locali raggiunge la termoelettrica, la quale viene simbolicamente chiusa e sanzionata con vernice e battitura dei cancelli, dove si svolge un’assemblea tra i partecipanti per poi spostarsi ad Amilcingo.

Qui si svolge un sentito ed emozionante saluto alla tomba di Samir, tra racconti e cori, bandiere sventolate e promesse di continuità della lotta, una riunione ed un concerto davanti alla scuola della comunità.
Nelle facce delle compagne e dei compagni di Pueblos Unidos e di quelle di Amilcingo e Huexca si vede che il futuro che ci vogliono imporre non è già scritto. Pandemie, guerre per il gas, guerre per
l’acqua, carestie rappresentano il presente, e si ha la consapevolezza che il futuro sarà ancora peggio per i piani bassi della piramide sociale, se non si puntano i piedi.
E allora l’invito che viene dalla carovana è di puntare questi piedi, di fermare la barbarie, di costruire altri mondi possibili, che le varie lotte si appoggino tra loro, si federino come uno sciame di api
inferocite.
Un esempio che ci viene in mente, come prima menzionato, è quello di guardare il nemico in casa nostra, in Europa, sanzionare, sabotare, protestare contro la Bonatti, così contro la sua TAP in Puglia, andargli a gridare che sono degli assassini, ma che non vinceranno perché Samir l’hanno sotterrato senza sapere che era un seme, che fiorisce nella tenerezza della solidarità internazionale.
Perché la scelta non è tra la pace e l’aria condizionata, la scelta è tra la barbarie e l’insurrezione.

Fonti
https://www.grieta.org.mx/index.php/2020/03/24/comunidades-indigenas-paralizan-un-megaproyecto-de-capital-espanol-en-mexico-morelos/
http://www.grieta.org.mx/index.php/proyecto-integral-morelos-pim/
https://aristeguionline.info/0704/mexico/allanan-casa-de-opositores-a-la-termoelectrica-de-huexca/
https://vanguardia.com.mx/noticias/nacional/incumple-amlo-8-de-9-promesas-ambientales-KSVG3466941
https://aristeguinoticias.com/1102/mexico/exigen-a-amlo-cumplir-su-promesa-de-que-no-se-iba-a-construir-termoelectrica-en-huexca-video/
https://desinformemonos.org/ezln-y-cni-se-declaran-en-alerta-tras-desalojo-de-la-casa-de-los-pueblos/