Brigata di salute solidale in carcere. Un racconto.

GRAZIE A TUTTX

Grazie al vostro appoggio solidale e complice e alle reti tessute negli anni di vita e lotta qui in Chiapas, siamo finalmente riuscitx a organizzare questa Brigata solidaria di salute nell’area femminile del carcere N°5, a pochi chilometri dalla gentrificata cittadina di Sancristóbal de Las Casas.

L’obiettivo della Brigada era quello di rompere per qualche ora la gabbia della solitudine, dell’abbandono, dell’ingiustizia e promuovere umanitá e accesso alla salute per le donne, bambine e bambini privatx delle loro libertá in una delle troppe carceri di questo turistico stato del sud del Messico. (In Chiapas ci sono 17 centri penitenziari, 14 statali, uno federale, Villa Comatitlan, e due per adolescenti,Tapachula e Berriozabal, oltre a Centri di detenzione migranti come il Siglo XX a Tapachula e decine di centri minori per migranti e rifugiatx)

Ci siamo organizzatx dal basso: il progetto Casa de Salud Comunitaria Yi Bel’Ik, la colletiva Cerezas, la Brigada Callejera de Apoyo a la mujer Eliza Martinez A.C., il Nodo Solidale, lavoratori e lavoratrici ribelli della salute in Italia e tutti e tutte voi, che ci avete appoggiato, ascoltato, dato fiducia e forza. Abbiamo percorso un cammino in salita fino alla fine proprio perché indipendenti e solidali: la Direzione del carcere non ci concesso da subito il permesso di entrare, pur conoscendo la situazione di necessitá e di abbandono nel tema della salute a cui sono sottoposte le detenute. Ma alla fine grazie all’appoggio di Medicos del Mundo-Suiza siamo riusciti a vincere la burocrazia e portare a termine la nostra iniziativa.

Dal 20 al 24 marzo di questo 2023, dalle 10 alle 4 del pomeriggio siamo entratx in questo tetro carcere e crediamo umilmente di aver portato, oltre le nostre varie competenze sul tema di salute, anche qualche risata complice, lacrima condivisa, ascolto mutuo e amoroso, calore umano e molti, molti preziosi abbracci.

Nel Numero 5 sono recluse circa 61 detenute (non c’é una lista ufficiale), di cui due donne incinte (una ha partorito due giorni dopo la Brigata), due bebé e un neonato di pochi giorni. L’ etá media é compresa tra i 18 e i 28 anni.

ATTIVITÁ REALIZZATE

  • 54 visite mediche generali (con medicine per trattamenti immediati incluse)
  • 23 consulte ginecologiche
  • 30 citologie cervico uterine (con medicine per trattamenti immediati incluse)
  • 2 visite pediatriche
  • 6 visite con una psicoterapeuta
  • 25 trattamenti con un osteopata
  • 68 prove rapide di HIV e Sifilide (alle detenute ma anche a secondini e secondine)
  • 19 raggi x (con radiologo e strumentazione a domicilio nelle istallazioni del carcere)
    un donativo all’infemeria di farmaci basici, anche pediatrici

Abbiamo concludo la brigata il venerdi con un laboratorio su sessualitá e autoerotismo, un incontro ironico-pratico con giochi autoerotici e premi a cura della Brigata Callejera che é stato un successo e che speriamo di poter ripetere nei prossimi mesi.

Questi giorni di Brigata ci hanno quindi permesso di:

intervenire con una diagnosi e medicine nei casi riscontrati;
– mettere in rilievo casi cronici che hanno bisogno di terapie specifiche (diabete, disturbi della pressione, gastriti croniche ecc…);-identificare possibili urgenze mediche, come tumori al seno o alle ovaie, con bisogno urgente di studi clinici per escludere/confermare, ulcere gastriche, casi gravi di VPH, infezioni per Entamoeba histolytica e Salmonella enterica serovar paratyphi;
-isolare casi di incompatibilitá fisica (da qui la necessitá urgenti delle radiografie raccolte sul posto) o psicologica (almeno due sono i casi di trastorno psichiatrico identificati come rilevanti);
-identificare una serie di urgenze mediche che necessitano di analisi e studi clinici a medio termine

La maggior parte delle donne presenta irritazioni o funghi della pelle e, alcune, infezioni agli occhi dovute alle condizioni igeniche generali: umiditá nelle celle, acqua non sempre pulita, difficoltá nel lavare vestiti e coperte; sovraffollamento e mancata igiene dei bagni, senza acqua corrente. La stragrande maggioranza lamenta dolori di stomaco compatibili con gastrite e colite e non riceve nè l’alimentazione né la terapia adeguata. Molte e periodiche sono le infezioni da parassiti, che vengono erroneamente affrontate dalla Direzione con medicine spesso inadeguate senza il monitoraggio necessario attraverso analisi previe, o addirittura somministrando farmaci scaduti, come abbiamo avuto modo di costatare al nostro arrivo in carcere (due detenute passate a consulta generale hanno avuto un episodio di intossicazione dovuto alla ingesta di queste medicine). Siamo riuscitx a portare ad analizzare in laboratorio un campione di feci di una delle detenute ed ha rivelato ad esempio la presenza di Entamoeba histolytica e Salmonella enterica serovar paratyphi con relativo rischio di infezione per le altre donne.

Tutte hanno dolori alla schiena. Molte, troppe, a causa delle torture subite prima, durante e dopo l’arresto. Ma tutte sicuramente perchè costrette a dormire su una lastra di cemento che dovrebbe riprodurre un letto a castello nelle celle, spazi di 3 metri per tre con 6 detenute dentro. L’osteopata ha diagnosticato a tutte un appiattimento della zona dorsale come conseguenza generalizzata di questa condizione. La maggior parte soffre di insonnia o disturbi del sonno, abbiamo proposto loro una terapia naturale con valeriana e passiflora, ma evidentemente anche qui la ragione è strutturale e profonda.

Abbiamo potuto constatare con i nostri occhi lo stato dell’infermeria del carcere, gestita solo da un’infermiera e un paramedico che si turnano, e che conta con la presenza di una psicologa solo alcuni giorni della settimana. Poche medicine, assolutamente insufficienti a rispondere alle necessità della popolazione carceraria e cartelle dei pazienti disorganizzate o introvabili, come le terapie per malattie croniche… Non siamo riuscitx a trovare un defibrillatore in infermeria. Il dato più scioccante è l’assenza assoluta di un medico di base nell’infermeria, che ci è stata poi confermata dal Direttore il quale ha raccontato dell’esistenza di una convocatoria aperta e allo stesso tempo del rifiuto da parte dei medici causa le pessime condizioni di lavoro.
In totale, tra uomini e donne,sono rinchiusx nel Numero 5 circa 400 detenutx, più tutti i lavoratori e lavoratrici del anche loro soggetti a malattie e possibili traumi . Senza un medico, strumentazioni adeguate, medicine suffcienti, monitoraggio.
I trasferimenti dal carcere agli Ospedali della cittá con cui hanno convegni, o che le detenute scelgono e pagano, non avvengono in ambulanza ma su auto o mezzi privati, la maggior parte delle volte la benzina viene pagata dai detenuti e dalle detenute stesse.

Questi 5 intensi giorni ci hanno permesso quindi di avere da un lato un diagnostico delle condizioni generali di salute delle detenute, ma soprattutto di confermare lo stato generale delle condizioni carcerarie a cui sono sottoposte. Sovraffollamento, condizioni igeniche al limite, violenza sistematica, nessuna assistenza medica, abbandono e degrado delle strutture. Nella parte legale: razzismo in tutte le sue forme, assenza di traduzione in lingua indigena, tortura, difensori legali e giudici impreparati e corrotti, burocrazia e processi infiniti, falsificazione delle prove, corruzione… Queste solo alcune delle storie che ci sono state raccontate, sussurrate con dolore.

Queste donne sono accusate in maggioranza di omicidio volontario o tentato omicidio, furto aggravato, sequestro, corruzione di minori e tratta.
In realtá, nella maggior parte dei casi, sono vittime di un uomo.
Sono incarcerate per essersi difese da una violenza fisica o sessuale, per fuggire da padri violenti, per salvarsi la vita, per inganni e bugie dette da un uomo spietato, per un amore violento, cieco, tossico e tradito, per odio alla povertá, per sopravvivere, per ricatto sui figli, per paura.
Sono donne, indigene, povere, detenute e spesso madri. Non hanno scampo, se restano sole.

QUELLO CHE SEGUE

Quello che segue é un percorso da costruire, arricchito dai vincoli e dalle collaborazioni di questi giorni di lavoro insieme.
Con l’osteopata cerceremo di organizzare altre sezioni e soprattutto workshop per condividere conoscenze e pratiche di cura collettiva legata al massaggio e all’osteopatia.
Il pediatra continuerá a seguire i bambini che vivono in carcere con le loro madri.
Dalla collaborazione con Medicos del Mundo nasce l’idea di assicurare una volta al mese la presenza di una dottoressa del loro staff e almeno uno di noi promotori e promotrici per continuare il lavoro iniziato e ri-proporre i workshop di primo soccorso “Insieme ci curiamo” che per motivi di tempo non siamo riuscite a svolgere in questa brigata.
Speriamo inoltre che in alcuni casi parte dei dati e studi fatti possano aiutare e influire sui casi legali delle recluse, fino a raggiungere la libertá.
Quello che segue é sicuramente dare continuitá ai casi che hanno bisogno e urgenza di essere trattati facendo pressione sull’amministrazione carceraria ma soprattutto intervenendo laddove nulla si muova, per assicurare alle donne il loro diritto alla salute e dignitá.
Quello che segue é continuare a sognare e agire. Per un mondo finalmente libero dalle carceri.

SOLDI SPESI IN TOTALE: circa 3500 euro